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Il 13 agosto 2022 da Segretario Amministrativo Nazionale e Legale Rappresentante della Democrazia Cristiana mi reco a Roma per depositare al Viminale il simbolo “di riserva” del partito, pronto per essere utilizzato alle elezioni.

Il Ministero lo approverà pochi giorni dopo, cassando tutte le Dc farlocche.

L’uso dello scudo crociato resterà, per le politiche, all’Udc con cui, peraltro, la Democrazia Cristiana Piemonte è stata in quei giorni alleata nella sfortunata esperienza di Noi Moderati.

In Sicilia sarà l’Udc a confluire sotto le insegne del drappo.

Perchè questo viaggio ferragostano?

Per dare certezze alla Democrazia Cristiana, che, d’ora in poi, si troverà di fronte a tre scenari possibili sulla scheda elettorale.

Presentarsi con lo scudo-crociato nel caso in cui non si presenti l’Udc.

Presentarsi con lo scudo-crociato assieme all’Udc se si trova un accordo con questo partito.

Presentarsi con il drappo se non si trova un accordo con l’Udc e l’Udc si presenta con una sua lista.

E’ fuor di dubbio che lo scudo-crociato appartenenga alla Democrazia Cristiana e sia passato al Ppi, al Cdu e, infine, all’Udc.

La primazia ed il possesso sono, anche alla luce della sentenza della Cassazione 25999/2010, indiscutibilmente della Dc fondata nel 1943 ed erede del Partito Popolare di Luigi Sturzo.

Tuttavia, una leggina, tipica della triste e truffaldina seconda repubblica, favorisce l’uso recente rispetto al possesso e, quindi, avvantaggia l’Udc.

Talvolta, questo non costituisce un problema, perchè la Dc non ha problemi a far liste comuni con l’Udc (è piuttosto l’Udc a vergognarsi di affermare una chiara identità democratico-cristiana e ad annegare il suo simbolo in combinazioni grafiche spesso imbarazzanti).

Qualora non si trovi un accordo con l’Udc, la Democrazia Cristiana vuole restare libera di poter presentare le proprie liste, senza troppi problemi di ricorsi: alla Dc interessa la politica non il contenzioso pre-elettorale.

Del resto, come diceva Martinazzoli, lo scudo-crociato rappresenta lo stendardo dei liberi Comuni che lottavano contro il Barbarossa, il vessillo che sventolava sul Carroccio. Più che uno scudo, era un drappo.

Per questo giustifica la stessa passione.

Quella per la libertà, anche rispetto alla furbizia delle leggine.

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