La RAI, Radio Televisione Italiana, nasce a Torino e, negli anni ’60 decide di far costruire un edificio che la rappresentasse al confine del centro storico della città ed esattamente in via Cernaia angolo Corso Bolzano, affidando il progetto  agli architetti Michele Marelli e Aldo Morbelli. 

Viene così eretto un grattacielo che con la sua altezza di 72 metri, risulta essere per quegli anni, uno dei palazzi più alti della città. 

Lo scintillante palazzo, per via dell’acciaio e vetro con cui fu costruito, resta operativo con i suoi vari uffici fino al 2016, con tutti i suoi dipartimenti che uno dopo l’altro vengono spostati a Roma.

Dopo diversi anni e qualche asta andata deserta, il grattacielo è stato venduto al Gruppo IPI per 8,1 milioni di euro. 

Ad annunciarlo con un post la sindaca di Torino, Chiara Appendino. 

Sulla destinazione ultima dell’edificio verranno coinvolte professionalità e competenze del territorio – ha commentato la prima cittadina – Voglio ringraziare il gruppo IPI che ha portato avanti l’acquisizione, l’AD della RAI, Fabrizio Salini, per aver mostrato grande disponibilità e collaborazione, l’Assessore Alberto Sacco e gli uffici tutti che hanno permesso la conclusione di questa trattativa. 
È l’ennesima prova che Torino è e rimane una Città in grado di attrarre investimenti e capace di grandi trasformazioni –
ha aggiunto -. Proprio in quell’area, infatti, sorgerà anche l’hotel della catena Marriott, anche in vista degli importanti flussi turistici attesi con le Atp Finals e i numerosi eventi che abbiamo portato a Torino per i prossimi anni. Insomma, ancora una volta, riqualificazione, sviluppo, lavoro a segnare il passo di una Torino che è sempre andata avanti“. (TORINOTODAY 11 giugno 2021 Collaboratore Torino Alexia Penna)

Il gruppo si è mostrato ottimista per quanto riguarda l’operazione, fiducioso che i suoi dipendenti e collaboratori possano condurre al meglio questo intervento di rigenerazione urbana.

IPI si farà carico anche dell’intervento di bonifica dell’edificio, volto a eliminare l’amianto presente nell’edificio. Quando le operazioni, che avranno una durata di minimo 12 mesi, termineranno, si proseguirà con gli interventi di riqualificazione. 

IPI ha comunicato di voler coinvolgere nel progetto i cittadini per decidere quale potrebbe essere il futuro del palazzo. Se infatti prima della pandemia l’idea del gruppo era quello di trasformarlo in un albergo di lusso, ora i piani sono diversi.

Il progetto è quello di indire un concorso per raccogliere le idee più interessanti della cittadinanza sul futuro dell’edificio storico.(Moleventiquattro 17 gennaio 2023 Asja D’Arcangelo

Bonifica urgente

Dal 2016, l’immobile che si affaccia su via Cernaia e su piazza XVIII Dicembre – 19 piani e 72 metri di altezza, costruito negli anni 60 – è totalmente inutilizzato e sotto i portici è assediato da disperati e senza tetto. Ora l’operazione più importante, la prima da portare a termine da parte di IPI, sarà la bonifica dall’amianto, materiale di cui si faceva largo uso anni addietro. Il trasferimento della proprietà della struttura e del possesso è in programma per il 1° dicembre 2021 e le operazioni di bonifica si svolgeranno in buona parte del 2022. Sulla destinazione d’uso del grattacielo ancora non c’è nulla di sicuro: il Gruppo IPI coinvolgerà competenze e professionalità e, insieme al Comune di Torino, promuoverà un concorso d’idee. (TORINOTODAY 11 giugno 2021 Collaboratore Torino Alexia Penna)

Il problema dell’ amianto

L’edificio è stato costruito negli anni ’60. All’epoca i grattacieli venivano realizzati utilizzando grandi quantità di amianto con funzione di coibente ed insonorizzante. L’amianto veniva applicato a spruzzo sulle strutture portanti e sulle pareti. Prima si spruzzava una colla a base di lattice e successivamente veniva spruzzato l’amianto in polvere fibrosa per uno spessore di circa tre centimetri. La quantità di impasto di amianto applicato era di circa sette chilogrammi per metro quadro di infisso. Gli operai che lavoravano all’applicazione dell’impasto di amianto hanno riferito che durante la realizzazione del grattacielo, nubi di amianto si disperdevano in via Cernaia. L’applicazione dell’amianto in polvere era evidentemente molto pericolosa, non solo per chi aveva effettuato la lavorazione, ma anche per chi avrebbe di seguito soggiornato nei locali con quel tipo di coibentazione, perché l’amianto restava debolmente adeso alle superfici delle pareti e tendeva a staccarsi.

In genere i rapporti periodici sulla dispersione di fibre sono molto rassicuranti: il materiale risulta in buono stato e la concentrazione di fibre di amianto nell’aria è nei limiti di legge. Possiamo stare tranquilli? Io dico di no perché non esiste un limite sanitario di dispersione di fibre al di sotto del quale il rischio di ammalarsi di un tumore da amianto venga scongiurata. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha più volte ricordato che ogni esposizione ad amianto, indipendentemente dalla concentrazione nell’aria, va evitata. 

La legge previene il rischio di ammalarsi di asbestosi (accumulo di amianto nei polmoni) ma non evita il rischio di contrarre un tumore da amianto, rischio esistente anche per chi ha inalato, nel tempo, piccole quantità di fibre di amianto. Va detto che la RAI ha sempre effettuato scrupolosi controlli degli ambienti di lavoro, ma restando l’amianto nella struttura, è stato inevitabile che i dipendenti vivessero in un ambiente dove comunque l’amianto era presente, anche se a norma di legge. Il riscontro di alcuni casi di tumore da amianto (a me risultano tre casi) tra coloro che hanno lavorato nel grattacielo dimostra quanto era già noto da decenni e cioè che la prevenzione ottimale è quella che prevede la bonifica totale dell’amianto. L’amianto che resta è un killer e può uccidere “a norma di legge”  (Libersind Conf.sal – 2018)

Qui, infatti, nel corso degli anni sono sorti il Grattacielo Intesa Sanpaolo, la nuova stazione di Torino Porta Susa. Sempre in zona, hanno trovato luogo anche il Palazzo di Giustizia, il Politecnico e la sua cittadella e la nuova sede espositiva delle OGR. Inoltre, presto, sarà completato anche un hotel che prenderà il posto della vecchia stazione di Porta Susa.

Insomma, tutto attorno al Grattacielo Rai sembrava rinnovarsi, ma per l’edificio sembrava non esserci alcun futuro. 

Il Grattacielo Rai di via Cernaia potrebbe ospitare uffici in co – working, un hotel, delle sale convegni e incontri. Alcuni, ad esempio, propongono di trasformarlo in un luogo dove possano trovare casa ristoranti, caffetterie e cioccolaterie della tradizione di Torino. Un’altra ipotesi è quella che il palazzo diventi un centro commerciale-residenziale, andando a ospitare sia uffici ed esercizi commerciali, sia appartamenti. (Moleventiquattro 17 gennaio 2023 Asja D’Arcangelo

Cosa riserverà il futuro per questa grande struttura? Noi della Democrazia Cristiana Piemonte ed in particolare per la città di Torino, vogliamo occuparci e seguire anche queste problematiche legate all’amianto che, proprio in quegli anni è stato ampiamente utilizzato in molte abitazioni civili e fabbriche di vario tipo, non solo nella costruzione del bel grattacielo RAI. 

Ci auguriamo che i cittadini che vivono nella nostra meravigliosa città possano trovarsi davanti a una nuova struttura futuristica e innovativa. A tal fine lavoreremo anche attraverso l’informazione comune che ci aiuterà ad avere il giusto supporto per proseguire nel raggiungimento degli obiettivi.

Anna Forte
Author: Anna Forte

Segretaria Circoscrizione 1 Torino per la Democrazia Cristiana

Di Anna Forte

Segretaria Circoscrizione 1 Torino per la Democrazia Cristiana

Un pensiero su “EX GRATTACIELO RAI”

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