Articolo di Piero Angelo de RUVO.
In questi ultimi anni ci sono tante problematiche che i politici hanno dovuto affrontare, tante problematiche sia a livello nazionale che locale, il COVID, i vari movimenti del così detto dissenso, contrari ad una narrativa alquanto ambigua (confermata dai documenti dell’inchiesta di Bergamo), i medici radiati per la sola colpa di aver messo in discussione metodi e protocolli per certi versi distanti dalla letteratura scientifica.
Crisi economiche, salari inadeguati, povertà in aumento ecc. Ultimamente il PNRR ha monopolizzato tutto il restante tempo e le energie dei politici ed in particolar modo delle amministrazioni Comunali, a tal punto da sfiorare un certo disinteresse verso le fasce più deboli ed in particolare quelle dei disabili.
Di loro si parla poco, anzi non si parla affatto. Ma andiamo con ordine, la prima obbligata distinzione da fare, è quella tra le varie organizzazioni e le persone.
Le organizzazioni, mostrano il più delle volte un modello sociale della disabilità, basato sul rispetto dei diritti umani, evidenziando quella responsabilità sociale nel creare un rapporto tra le caratteristiche delle persone ed il modo in cui la società stessa ne tiene conto.
Ma solo grazie alle persone che formano l’anima delle organizzazioni, legate al contatto con la realtà, impegnate nel volontariato, si compiono opere utili a tutti.
Il volontariato è il vero punto di riferimento per qualunque società civile, a volte però alcune amministrazioni Comunali si cullano sulle operose azioni fatte dai volontari, il che la dice lunga sull’impegno istituzionale.
Siamo nel 2023, siamo nell’era digitale e del progresso ma viviamo in una società ipocrita e bugiarda, capace di mentire a sé stessa, abbiamo superato la fase di discriminazione del colore della pelle o della religione, ora siamo oltre, siamo entrati in una fase di discriminazione ideologica, che condannano le scelte personali a beneficio di norme che in alcuni casi affossano le libertà sociali, una deriva alquanto pericolosa per le generazioni future.
La Politica parla di lavoro sicuro, ma la sicurezza è l’ultima cosa che spesso importa a chi lavora, se non vi è una cultura alla sicurezza.
Spesso le parole “inclusione, Inserimento ed Integrazione” vengono ignorate o peggio inserite in contesti inadeguati, tralasciando il vero significato di ognuna di esse e soprattutto la loro finalità.
Non può esserci l’inserimento, ossia il diritto della persona con disabilità ad avere un posto nella società, senza una integrazione, ossia garanzia del rispetto dei diritti all’interno dei diritti dentro i luoghi ordinari.
Di conseguenza l’inclusione, ossia considerare la persona con disabilità un cittadino a pieno titolo e quindi possessore di diritti come tutti gli altri.
Concludo con una frase dello scrittore Gabriel Garcia Marquez
“Un uomo, ha il diritto di guardare un altro dall’alto verso il basso, solo per aiutarlo a mettersi in piedi.”
Piero Angelo de RUVO