Non passa giorno che le opposizioni di sinistra al governo Meloni, invece di portare alla ribalta le vere emergenze del paese, si dilettano a bloccare l’attività parlamentare con argomenti pretestuosi e lontani dal ruolo propositivo che anche opposizioni rivolte al buongoverno dovrebbero sostenere. 

Si arrabbia il cittadino che teme il logoramento delle istituzioni e la disaffezione elettorale crescente.

Ma, purtroppo non si tratta di novità.

Con la memoria ritorniamo al periodo 1951- 1975, quando a Torino la Dc ha sempre espresso sindaci di statura morale integerrima e buoni conoscitori della macchina comunale. Li ricordiamo con orgoglio:Amedeo Peyron, Giancarlo Anselmetti, GiuseppeGrosso, Giovanni Picco e Giovanni Porcellana. 

I social comunisti dal 1945 al 1951 con i loro due sindaci, si erano riempiti la bocca di parole di vendetta e rivestito le poche realizzazioni di demagogia. Alle elezioni amministrative del 1951, l’alternativa da scegliere non poteva che essere laDemocrazia Cristiana che, dopo il brillante successo elettorale, ha condiviso la civica amministrazione con i liberali e i socialdemocratici. Torino, uscitadistrutta da una guerra che si era accanita sulle abitazioni del centro storico, gli ospedali e le fabbriche, doveva essere ricostruita, per riprender a funzionare e assicurare la vivibilità ai suoi abitanti.

Mancava il riscaldamento nelle case e, con pochi mezzi la vita avrebbe dovuto riprendere. Ci pensarono Peyron e Anselmetti, sino a poter festeggiare, con orgoglio, il centenario dell’Unità d’Italia con le costruzioni dei Palazzi di Italia ’61all’avanguardia e manifestazioni di forte richiamo. Il mondo ci stava guardando. Dopo la prima fase eroica, Peyron volle anche ricostruire i giardini pubblici che a differenza di oggi risultavano puliti e accoglienti. Il PCI, per bocca di Novelli, in consiglio comunale apostrofava Peyron chiamandolo “sindaco giardiniere”.

A metà degli anni ‘60, con il “miracolo economico” la Fiat e altre aziende crescevano. C’era bisogno di mano d’opera e di strade e trafori alpini per esportare i prodotti delle aziende piemontesi in Europa. Giuseppe Grosso si impegnò con la Fiat e la regione autonoma Valle d’Aosta pe la costruzione del traforo del Gran San Bernardo aperto nel 1964 e poi quello del Monte Bianco nel 1965 e l’autostrada Torino Ivrea per facilitare le nostre esportazioni.Negli anni seguenti si progettò il proseguimentodell’autostrada sino a Aosta e si costrì la Torino Piacenza per confluire sull’autostrada del Sole eraggiungere Roma e il sud d’Italia.

Nella città che cresceva a dismisura, si costruirono nuovi quartieri con palazzi residenziali alle Vallette, Corso Taranto, l’Ospedale Giovanni Bosco e poi scuole e altri servizi pubblici per la Torino che aveva superato il milione di abitanti. Anche allora il partito Comunista Italiano si opponeva a tutto e perrendere più dannosa la sua deleteria battaglia sospendeva i lavori del consiglio comunale adducendo il pretesto della guerra del Vietnam o altre situazioni come il Congo belga che con Torino avevano nulla a che fare.

Peccato che in quelle serate, i sindaci democristiani stavano presentando per l’approvazione progetti vitali per la città. I comunisti non cambiano, con le generazioni, la loro indole deleteria.  Mutanocasacche e sigle, ma la natura distruttiva rimane.

Se per rimanere a Torino qualche curioso volesse documentarsi sui lavori del consiglio comunale dell’era Lo Russo potrebbe vedere che progetti utili per la città non ce ne sono. Si progettano opre inutili, come la trasformazione di via Roma, si sprecano soldi abbandonando al saccheggio edifici pubblici lasciati alla disponibilità della delinquenza,che potrebbero risultare utili per ospitare i meno abbienti e si spreca tempo con la discussione capziosa ordini del giorno su banalità lontane dal sentire dei nostri concittadini. 

Urge alzare il capo con fierezza e con personeoneste e competenti rivendicare la presenza della Democrazia Cristiana nel Paese e a Torino

Loredana Muci

Loredana Muci
Author: Loredana Muci

Segretario Cittadino della Democrazia Cristiana Torino

Di Loredana Muci

Segretario Cittadino della Democrazia Cristiana Torino

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