Sicurezza nel Novarese, una questione di scelta ponderata e non azioni di facciata, partendo dal sostegno agli operatori delle forze dell’Ordine.
Al termine sicurezza sono correlati due distinti concetti, protezione, intesa come salvaguardia di atti intenzionali che potrebbero ledere cose o persone (controllo accesso fisico delle persone presso edifici e/o aree di interesse.), oppure sicurezza delle persone, intesa come loro incolumità psico-fisica.
Ed è proprio su quest’ultimo concetto che vorrei soffermarmi, sulla sicurezza delle persone, le quali giorno dopo giorno vengono aggredite, derubate, picchiate. Ogni giorno i quotidiani riportano storie di violenze e di aggressioni, instillando nel cittadino un senso di insicurezza, una percezione che in fin dei conti potrebbe non costituire la realtà, in quanto le Forze dell’Ordine, come anche la polizia municipale è presente sul territorio.
La riprova è avvenuta proprio nei giorni scorsi, quando gli agenti della Polizia Ferroviaria di Novara, dopo una complessa attività di indagine, e grazie ai sistemi di videosorveglianza, sono riusciti ad identificare un gruppo di ragazzi appartenenti ad una baby-gang, responsabili di atti di bullismo nella zona antistante la stazione di Novara. Gli stessi atti sfociati, il 22 novembre 2023, in una vera a propria aggressione ai danni di un liceale originario dello Sri Lanka.
Episodi come questi sono ormai all’ordine del giorno, tanto che le amministrazioni ricorrono sempre più a richiedere l’intervento dei militari dell’Esercito per pattugliare le zone della periferia dove la libertà di movimento è messa a rischio da gang e spacciatori senza scrupolo. È di questi giorni la notizia che è stato richiesto l’impegno dei militari di strade sicure per pattugliare le periferie di Torino ed in particolar modo la barriera di Milano, al fine di contrastare fenomeni di scippi, spaccio ecc.. sicuramente la presenza dei militari, per i residenti, innalzerà maggiormente il senso di sicurezza percepita, ma in pratica servirà a risolvere la problematica della sicurezza reale? Oppure è solo una “pezza” da aggiungere al vistoso abito della famosissima maschera carnevalesca (visto che siamo vicini al carnevale) di Arlecchino utilizzata dall’amministrazione CIRIO. Non mi stupirei, dato che siamo praticamente ai nastri di partenza di una campagna elettorale che preoccupa, non poco, l’attuale governatore del Piemonte.
Mi auguro che l’amministrazione di Novara, non utilizzi il modello Cirio, in quanto immettere sul territorio centinaia di militari con poteri limitati se non affiancati da forze di polizia, serve solo ad indossare un bel vestito pulito, scordandosi che non ci si lava da mesi, (forse anni). La sicurezza nella città di Novara, come nei comuni ad essa legata, deve essere affrontata e gestita con grande responsabilità dai sindaci, visto che volontariamente si sono candidati e sono stati votati dalla rispettiva popolazione. Alcuni realtà hanno già iniziato ad investire sul personale e sui mezzi, non da ultimo la recente entrata in servizio, in un comune limitrofe a quello di Novara, di un cane antidroga. Questo è saper utilizzare al meglio, investendo anche per il futuro le risorse a disposizione. Quando un’azione è ben fatta e va a beneficio della cittadinanza bisogna darne il dovuto riconoscimento tanto quanto vanno criticate aspramente quelle azioni fatte al solo fine di restaurare una facciata di un edificio che cade a pezzi.
Il tema della sicurezza è molto sentito nel nostro territorio, ed è un obbiettivo essenziale per la Democrazia Cristiana, renderlo sempre più efficiente con azioni prioritarie e durature, e non palliativi passeggeri. Partendo dal dare dovuto sostegno e vicinanza agli operatori in divisa, a coloro che ogni giorno vigilano sulla nostra sicurezza in silenzio e umiltà.
Commissario provinciale di Novara Piero Angelo de RUVO