La Giornata della Memoria delle Foibe viene celebrata come un tributo alle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. La data del 10 febbraio è stata scelta per ricordare l’importanza di affrontare il passato e di promuovere una maggiore comprensione e tolleranza tra le comunità. 

Istituita il 30 marzo 2004, come un evento nazionale per onorare le vittime delle Foibe ancora vivo ribadito a più riprese dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dove in uno dei suoi interventi, per una volta fece parlare il cuore, disse: “per lungo tempo su quei fatti si levò «un muro di silenzio e di oblio», fatto «di imbarazzo, di opportunismo politico e a volte di grave superficialità», che finì per occultare «le terribili sofferenze di migliaia di italiani».

Questa data, quindi, ha un profondo significato storico e culturale e rappresenta un momento di riflessione collettiva su una delle pagine più dolorose della storia del nostro paese. Ricordare le foibe non significa soltanto rendere omaggio alle vittime, ma anche riconoscere il dolore e la sofferenza che hanno attraversato le famiglie e le comunità colpite. È un’opportunità per riflettere sulle conseguenze della guerra e delle ideologie totalitarie, e per impegnarsi a costruire un futuro di pace e coesione sociale.

In un’epoca in cui le divisioni politiche e sociali sembrano accentuarsi, il giorno del ricordo offre un’occasione per promuovere il dialogo e la comprensione reciproca. Ricordare le foibe significa riconoscere la complessità della storia e accettare che il passato può essere fonte di insegnamento e di crescita. Solo attraverso la memoria e il dialogo possiamo evitare che simili tragedie si ripetano.

Unire le comunità intorno al ricordo delle foibe è un gesto di grande importanza. Significa affermare che la sofferenza di uno è la sofferenza di tutti, e che il ricordo delle vittime non deve essere strumentalizzato a fini politici, ma deve servire a promuovere la pace e la solidarietà.

Il 10 febbraio deve diventare un simbolo di unità, in cui tutti gli italiani, indipendentemente dalle loro origini o convinzioni politiche, possano sentirsi parte di una memoria condivisa. Solo così possiamo onorare veramente le vittime delle foibe e costruire una società più giusta e solidale.

Ricordare per unire, per costruire un futuro in cui le tragedie del passato non abbiano più spazio, e in cui il rispetto e la comprensione reciproca siano i pilastri su cui si fonda la convivenza civile.

Il Massacro delle Foibe: Eccidi ai Danni di Militari e Civili Italiani

Il massacro delle foibe rappresenta uno dei capitoli più tragici e controversi della storia italiana del Novecento. Durante e subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, le foibe, cavità carsiche naturali situate prevalentemente nella regione del Carso, furono utilizzate per eseguire ed occultare numerose vittime di esecuzioni sommarie.

Gli eccidi furono perpetrati principalmente dai partigiani jugoslavi ai danni di militari e civili italiani, ma le vittime includevano anche altre minoranze etniche e politiche. Questo periodo di violenza è stato caratterizzato da una serie di operazioni mirate a eliminare coloro che erano considerati collaborazionisti, fascisti o nemici del nuovo regime jugoslavo. La Jugoslavia, guidata da Tito, aveva un forte interesse a consolidare il controllo sui territori dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia, e l’eliminazione di oppositori reali o percepiti era vista come un passo necessario per raggiungere questo obiettivo.

Il massacro delle foibe non fu un fenomeno isolato, ma si inserisce in un più ampio contesto di violenze e ritorsioni che caratterizzarono il periodo postbellico. Molte delle vittime furono gettate nelle foibe ancora vive, mentre altre furono fucilate o uccise con altri metodi brutali prima di essere occultate nelle cavità carsiche.

Questi crimini hanno lasciato un’eredità di dolore e divisione che ancora oggi è sentita dalle comunità colpite. Le foibe sono diventate simbolo delle atrocità commesse e del sacrificio di coloro che persero la vita in circostanze così drammatiche.

Il Giorno del Ricordo, celebrato il 10 febbraio, è un’occasione per onorare la memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. È un momento di riflessione su come la storia, per quanto dolorosa, possa insegnarci a costruire un futuro di pace e riconciliazione.

Ricordare questi eventi non significa alimentare odio o divisioni, ma piuttosto riconoscere le sofferenze del passato e impegnarsi a promuovere il dialogo e la comprensione reciproca. Solo attraverso la memoria e la consapevolezza possiamo sperare di evitare che tali tragedie si ripetano e lavorare insieme per un mondo più giusto e solidale.

Piero De Ruvo
Author: Piero De Ruvo

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