Ne abbiamo già parlato negli interventi precedenti, ma poi è sufficiente leggere i giornali o parlare con i nostri concittadini per capire le grandi carenze che attraversa la nostra città.
Dall’assenza o del livello mediocre delle infrastrutture, per non palare della città insicura, della crisi occupazionale, dalla sofferenza, per rendersene conto.
Da qualche intervista rilasciata da sindaci e assessori, il cittadino potrebbe invece ricavarne che lor signori sono impegnatissimi a risolvere annosi problemi e difficoltà del cittadini, vana illusione smentita dal fatti .
Ma questa volta, li abbiamo percepiti tutti unti e protesi con il lodevole e univoco impegno e, siamo certi che l’obiettivo verrà raggiunto.
Di cosa si tratta?
Ci giunge notizia che la settimana scorsa il Consiglio comunale abbia approvato, una mozione che impegna il Sindaco e la Giunta comunale ” a intraprendere tutti i passi necessari per arrivare alla realizzazione di un “Museo dell’Omosessualità” a Torino”
L’attesa è svelata!
La nota stampa ci informa che la strabiliante mozione è stata approvato con 28 voti favorevoli e 1 astenuto e, ironia della sorte,contiene anche la richiesta di prendere contatti con “ la Regione Piemonte per valutarne l’eventuale partecipazione, di cercare il coinvolgimento di enti pubblici e privati e di confrontarsi con le fondazioni e le associazioni LGBT”.
Ma c’è di più.
Nel corso del dibattito, il ben noto consigliere Silvio Viale, firmatario della mozione, ha spiegato che la proposta trova il suo fondamento nel legame storico fra la città e il movimento omosessuale.
Torino, com’è noto, è la città di santi, artisti, imprenditori e di persone che con il loro ingegno hanno saputo realizzare invenzioni e scoperte utili al prossimo ed all’umanità sofferente.
Ma per Viale ciò non conta e Torino è la città ove” nel corso degli ultimi cinquant’anni, sono nati: nel 1971 il FUORI, primo movimento italiano di liberazione omosessuale, nel 1981 il primo gruppo italiano di gay credenti “Davide e Gionata”, nel 1986 “Da Sodoma a Hollywood”, prima rassegna cinematografica a tematica omosessuale”
Non possiamo che esserne fieri, cari concittadini!
Per Silvio Viale, la creazione di un Museo dell’Omosessualità, che sarebbe il primo in Italia, oltre a confermare la vocazione di Torino quale città dei diritti civili, sarebbe un formidabile segno di riconoscimento e di riparazione verso una storia di discriminazioni non ancora superate.
Ma Viale non è certo isolato nelle sue elucubrazioni. Dato per scontato il parere contrario del consigliere Giovanni Crosetto(FdI), nel corso del dibattito che ha preceduto il voto sono intervenuti a favore i consiglieri: Dorotea Castiglione (M5S), Elena Apollonio (Alleanza dei democratici – DemoS), Nadia Conticelli (PD), Lorenza Patriarca (PD), Ivana Garione (Moderati), Maria Grazia Grippo (PD).
Come sono cambiati tempi!
Ci siamo recentemente rilette le delibere e le enunciazioni dei sindaci democristiani del dopo guerra e precisamente di Amedeo Peyron, Giancarlo Anselmetti, Giuseppe Grosso, Giovanni Picco e Giovanni Porcellana, impegnati nella progettazione e realizzazione dei trafori alpini, delleautostrade per Piacenza ed Aosta, per favorire la mobilità delle di persone, l’esportazione delle merci , finalizzati anche a far conoscere in Europa, la città e le sue produzioni.
Come siamo caduti in basso con il sindaco Lo Russo che nei giorni precedenti aveva riunito 300 sindaci per ordire la disobbedienza verso le leggi che non contemplano il riconoscimento dei figli nati dalle unioni omosessuali.
Questi sono i tratti distintivi di Torino?
E poi qualche benpensante solidale al sindaco e maggioranza al comune, si è riempito la bocca inneggiando al progresso al salone del libro, testè concluso .
La misura è colma!