È questo l’ultima vaneggiante proposta partorita dal CAI (Club Alpino Italiano), un delirio guidato da una mancanza di ragionevolezza, ma soprattutto da una mancanza di raziocinio ed identità culturale e sociale.
Il dialogo interculturale, motivo per cui è stata presa questa decisione, non è caratterizzato da un simbolo, questa decisione vestita da clown, (in italiano pagliacciata), non è altro che l’ennesima provocazione ideologica, figlia di quel “polically correct”, tanto amato dalla Sinistra. Si vogliono smembrare, disintegrare tutti i simboli identificativi di una nazione, la sua identità, la storia ed i suoi valori. La croce sulla vetta non è solo un simbolo di cristianità, ma è rispetto verso tutti coloro che “hanno appeso lo zaino al chiodo”, di tutti coloro che sono morti su quelle cime.
Il Cai forse dimentica le migliaia di vite umane che durante i conflitti hanno perso la loro vita su quei monti, quelle croci sono memoria storica che nessuno deve permettersi di cancellare e/o modificare, sarebbe come cancellare il sacrificio dei nostri avi che hanno dato la vita per la nostra Democrazia, per la nostra libertà.
Forse le guide di Alagna, che hanno provveduto con solerzia a togliere le croci dalle vette, non hanno avuto nessun parente che ha combattuto per la loro libertà, oppure hanno già dimenticato i sacrifici dei loro nonni e bisnonni.
Mi auguro che con molta umiltà si passino la mano sulla coscienza e con il capo chino di chi ha commesso un errore, bonario, ma sempre errore, ricollochino al loro posto le croci già tolte. Inoltre, i ministeri competenti e le autorità preposte, vigilino su questo ennesimo attacco alla nostra identità Nazionale.
Concludendo, quello che mi rende ancor più basito, è l’assenza di commento dell’ANA (Associazione Nazionale Alpini) e della chiesa cattolica. Questo accende inquietanti interrogativi.
Commissario Provinciale di Novara
Piero Angelo de RUVO
Tutto ciò è scandaloso, soprattutto pensando agli antichi scalatori che hanno costruito le croci come omaggio alla Divinità che ha permesso loro di conquistare le vette.
Tutto ciò analogamente a quanto fanno in Tibet e nelle aree buddista do le montagne sono piene di tempietti votivi e di bandierine oranti