La Democrazia Cristiana del Piemonte è l’insieme di iscritti, quadri locali di partito, amministratori pubblici, rappresentanti nelle istituzioni che, con la loro adesione alla Dc, assumono l’impegno di conformarsi agli ideali ed alla prassi del partito nell’ambito del territorio regionale.
La Dc non è un partito federale, ma un partito nazionale e, quindi, la Democrazia Cristiana del Piemonte è parte autonoma nell’ambito locale, ma non indipendente, di una realtà unitaria, che è retta dal medesimo Statuto su tutto il territorio italiano.
Dunque, esistono organi nazionali della Democrazia Cristiana (Segretario politico nazionale, Direzione nazionale, Consiglio nazionale), che dettano le linee di fondo del Partito, cui il livello regionale si attiene.
Nell’ambito di queste linee-guida, scelte democraticamente nel confronto con tutti gli amici delle altre parti d’Italia, il livello regionale sviluppa una sua azione specifica, adattandola alla realtà piemontese.
In questo quadro, immutato dal secondo dopoguerra, si innesta una specificità che parte dal 1970, anno di attuazione della norma costituzionale e di insediamento dei Consigli regionali.
Il primo presidente della giunta regionale del Piemonte è stato un democristiano: Edoardo Calleri di Sala, il quale dimostrò grandi capacità nel dare avvio ad una realtà nuova come il Piemonte, con la sua nuova burocrazia, l’assunzione di compiti in precedenza dello Stato e delle province, la difficoltà di avviare una macchina nuova estremamente complessa. Gianni Oberto Tarena, democristiano pure lui, raccolse il suo testimone, dimostrando pari capacità politica, amministrativa ed organizzativa.
Dopo l’intervallo delle giunte rosse, toccò a Vittorio Beltrami, dal 1985 al 1990, rilanciare un Piemonte bloccato dai vincoli voluti dai social-comunisti nel quinquennio precedente e difendere l’industria aerospaziale nella nostra regione.
Fu Giampaolo Brizio dal 1990 al 1995 a guidare il Piemonte in piena crisi politica determinata dall’indagine di tangentopoli. Andò avanti sino all’ultimo, malgrado le conseguenze delle numerose inchieste della magistratura, sorretto dalla sua spiccata onestà.
Quindi la Dc piemontese si presenta con un passato assolutamente glorioso.
I migliori esponenti politici regionali dal 1970 ad oggi sono stati indubbiamente democratici-cristiani.
Oggi la Dc riprende quella tradizione per applicarla all’attuale situazione.
Il Piemonte ha bisogno di interventi strutturali, dalla sanità ai trasporti, dalla cultura all’agricoltura, che solo un partito popolare ancorato a forti valori ed ad una consuetudine di pratiche concrete e virtuose può soddisfare.
Questa è la Dc nuova del Piemonte, oggi.